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Costanza Senni

Articoli inseriti da Costanza Senni

Nei giardini delle scuole, nei parchi urbani, in Malatestiana, nella sale d’attesa della Pediatria di Comunità, a Bibliostelle. A Cesena fino a sabato 18 maggio saranno proposti alcuni momenti dedicati alla lettura ad alta voce rivolta alle bambine e ai bambini dai 0 agli 8 anni. 

I lettori saranno le insegnanti, i genitori, i nonni e i volontari di Nati per Leggere, progetto nato il 6 novembre 1999 su iniziativa degli allora presidenti, Giancarlo Biasini dell’Associazione Culturale Pediatri e già Primario della Pediatria dell’Ospedale “Bufalini”, Igino Poggiali dell’Associazione Italiana Biblioteche , Giorgio Tamburlini del Centro per la salute del Bambino, ha come base la collaborazione tra pediatri e bibliotecari, figure professionali diverse ma accomunate dall’obiettivo di garantire a bambini e bambine, fin dalla nascita, pari opportunità di sviluppo attraverso i libri e la lettura in famiglia.

Propone inoltre gratuitamente alle famiglie con bambini fino a 6/7 anni attività di lettura che costituiscono un’esperienza importante per lo sviluppo cognitivo e per lo sviluppo delle capacità dei genitori di crescere con i loro figli. I primi anni di vita sono fondamentali per la salute e lo sviluppo intellettivo, linguistico, emotivo e relazionale del bambino, con effetti significativi per tutta la vita adulta. Leggere ad alta voce ai bambini fin dalla più tenera età una attività molto coinvolgente e rafforza la relazione adulto-bambino. Le storie, con le loro parole e le loro immagini, sono una fonte inesauribile di stimoli che se offerti precocemente e con continuità, incidono profondamente sull’itinerario di vita di un bambino. Le storie diventano così quel diritto che Nati per Leggere si impegna a diffondere e a garantire, a tutte le bambine e a tutti i bambini.

Per conoscere nel dettaglio tutti i luoghi dove si terrà l’iniziativa: https://sititematici.comune.cesena.fc.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/54165.

Dall’Europa alla scoperta della sanità pubblica romagnola. Per quattro settimane, l’Azienda USL della Romagna ospiterà 3 professioniste del management infermieristico arrivate dall’Estonia, dalla Spagna e dalla Francia per vivere una esperienza di studio e formazione nell’ambito del Programma di scambio europeo HOPE “Federazione Europea degli ospedali e della sanità” coordinato in Italia da Agenas. 

Helina Randma dall’Estonia, Maria Domìnguez dalla Spagna e Villert Cyriel dalla Francia hanno iniziato il loro viaggio di studio e formazione ieri all’ospedale di Cesena (nella foto insieme ad alcuni professionisti dell’Ausl) e nelle settimane successive saranno tra le corsie degli ospedali di Forlì, Ravenna e Rimini e in alcune strutture aziendali del territorio per conoscere sul campo il funzionamento del servizio sanitario nazionale, nonché l’organizzazione aziendale e i suoi servizi.

Il programma HOPE, destinato a dirigenti e altri professionisti con responsabilità manageriali nella gestione dei sistemi sanitari, mira a favorire la conoscenza dei modelli organizzativi e di funzionamento degli ospedali e dei servizi sanitari europei facilitando al contempo lo scambio di buone pratiche e la cooperazione tra gli operatori sanitari.

Per vivere in sicurezza la primavera vaccinati contro il tetano! È questo il messaggio lanciato dai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica dell’Ausl Romagna per promuovere l’adesione alla vaccinazione antitetanica, gesto fondamentale per proteggersi da questa malattia pericolosa e troppe volte sottovalutata.

Dal 7 maggio su tutto il territorio romagnolo sono attive sedute vaccinali straordinarie ad accesso libero rivolte in particolare a chi non è mai stato vaccinato contro il tetano, o a chi non fa richiami da più di dieci anni.

Essere protetti contro il tetano è particolarmente importante con l’arrivo della bella stagione quando cresce la voglia di stare all’aria aperta e aumenta il rischio di piccole ferite anche banali, come la puntura di una spina di rosa, un graffio o una scheggia nel piede, che possono essere la porta di accesso delle spore del batterio che causa il tetano.

La vaccinazione è il modo più efficace e sicuro di prevenire il Tetano.

Di seguito le sedi e gli orari degli open day di maggio 2024

CESENA - presso Ambulatorio Vaccinazioni Adulti in Piazza A. Magnani, 146

  • Giovedì 16 maggio ore 8:30 -12:30
  • Giovedì 30 maggio ore 14:00 - 16:00

FORLI’ - presso il Padiglione Vallisneri del P.O. Morgagni/Pierantoni

  • Martedì 7 maggio ore 14:00 - 16:00
  • Martedì 14 maggio ore 14:00 - 16:00

RICCIONE - presso P.O.Ceccarini in viale Formia, 14

  • Venerdì 17 maggio ore 08:30 - 12:30

RIMINI - presso Ambulatorio Vaccinazioni Adulti in via Coriano, 38

  • Lunedì 13 maggio ore 08:30 - 12:30

NOVAFELTRIA - presso Ospedale Sacra Famiglia via XXIV Maggio 174

  • Giovedì 30 maggio ore 09:00 - 12:00

RAVENNA - presso CMP in via Fiume Montone Abbandonato, 134

  • Lunedì 13 maggio ore 14:00 - 17:00

LUGO - presso Ambulatorio Vaccinazioni Adulti in viale Masi, 20

  • Mercoledì 22 maggio ore 08:30 - 12:30

FAENZA - presso Ambulatorio Vaccinazioni Adulti in via Zaccagnini, 22

  • Giovedì 9 maggio ore 08:30 - 12:30

La vaccinazione è gratuita e verrà offerto il vaccino combinato Difterite–Tetano oppure Difterite-Tetano-Pertosse per proteggersi anche verso queste malattie, così come raccomandato dai Piani Vaccinali nazionale e regionale.

Si ricorda che lo stato vaccinale può essere verificato sul Fascicolo Sanitario Elettronico. Per informazioni è possibile rivolgersi ai seguenti indirizzi mail:

Cesena   vaccinazioni.ce@auslromagna.it

Forlì        vaccinazioni.fo@auslromagna.it

Ravenna vaccinazioni.ra@auslromagna.it

Rimini     vaccinazioni.rn@auslromagna.it

 

In allegato la locandina con il calendario degli Open Day di maggio 2024

 

 

Una strategia nazionale chiara e condivisa con le Regioni interessate per fermare la diffusione della peste suina africana ed eradicare il virus, potenziando le buone pratiche di controllo e prevenzione adottate finora. Lo si è deciso nella cabina di regia che si è svolta ieri a Roma, a cui hanno partecipato i ministeri dell’Agricoltura, Sanità, Protezione Civile, Difesa e Interno insieme ai rappresentanti delle Regioni interessate.

La Regione Emilia-Romagna, rappresentata dagli assessori alle Politiche per la salute e all’Agricoltura, valuta positivamente che durante l’incontro si sia preso atto, a livello nazionale, della gravità del problema e si stia andando verso un’attività di controllo uniforme sull’intero territorio, per creare un coordinamento nella gestione dell’epidemia. La Regione, inoltre, ha chiesto un rinforzo della presenza di personale veterinario per i controlli negli allevamenti e negli stabilimenti produttivi per le attività legate all’export di prodotti di origine suina e per il controllo della malattia nei cinghiali, in particolare per i territori - come Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte - in cui l'impatto sul settore suinicolo potrebbe essere particolarmente rilevante.

Si considera un passo avanti anche il fatto che sia stata manifestata la volontà di inserire le malattie epidemiche tra le competenze della Protezione Civile, mutuandone quindi gli strumenti normativi, un elemento che permette di dare ulteriore incisività per affrontare con ogni mezzo possibile l’avanzare della peste suina.

La Regione condivide la necessità di assegnare al commissario nazionale i poteri speciali necessari per agire con tempestività in deroga alle normative sugli appalti; si è sottolineato anche il bisogno di fare in fretta, perché ogni giorno che passa aumentano i rischi per il comparto produttivo con possibili hanno ricadute sull’intero comparto.

L’impegno della Regione

La Regione Emilia-Romagna fin dall’insorgere del primo caso di PSA in Italia, in Piemonte nel gennaio del 2022, ha messo in campo risorse proprie per prevenire prima e contenere poi la diffusione della malattia. In questi anni ha approvato prima un piano di contenimento del rischio e successivamente un piano di eradicazione della malattia con l’individuazione delle aree dove effettuare il depopolamento di cinghiali, i tempi in cui realizzarlo (entro l’estate del 2024) e la stima della popolazione di cinghiali da raggiungere per rallentare il contagio. Molta attenzione anche alla biosicurezza degli allevamenti, con la pianificazione di controlli su tutto il territorio regionale. Due gli obiettivi principali del piano: evitare l’ulteriore propagazione del contagio nel territorio regionale e ridurre il rischio che l’infezione raggiunga gli allevamenti suini.

Depopolamento

Approvato il Piano di controllo della specie cinghiale e individuati i distretti critici, si è proceduto alla definizione di due bandi che a giorni saranno operativi per potenziare ulteriormente le attività di abbattimento dei cinghiali, che hanno potuto effettuare interventi di depopolamento sia abbattendo i cinghiali tramite sparo che attraverso la cattura tramite trappole. Un terzo bando è in corso di definizione per permettere l’utilizzo dell’intera somma di due milioni di euro che la Regione ha messo a disposizione lo scorso anno alla struttura commissariale.  

Per il 2024 sono stati messi a disposizione 900mila euro alle polizie provinciali per la realizzazione dei piani di controllo faunistico provinciali, che vanno a sommarsi ai 4,8 milioni che la Regione trasferisce annualmente alle Province per la gestione faunistica. A partire dal 2024 è prevista la possibilità di rendicontazione a capo abbattuto (130 euro) e la possibilità per le polizie provinciali di convenzionarsi con enti esterni tra cui gli ambiti territoriali di caccia.

Biosicurezza                     

La pianificazione di controlli di biosicurezza degli allevamenti di tutta la regione è iniziata già nel 2022 ed è proseguita con la definizione dei requisiti di biosicurezza da rispettare negli allevamenti.

Complessivamente sono stati definiti tre bandi (nel 2022, 2023 e 2024) per un valore complessivo di 9,7 milioni di euro. Sono 170 i progetti ammessi a finanziamento, circa un allevamento su 4 in Emilia-Romagna.

I principali interventi finanziati riguardano la posa di recinzioni antintrusione/antibestiame, la costruzione di piazzole di disinfezione degli automezzi, la realizzazione di zone filtro e celle frigorifere e spese di progettazione.

Campagna di comunicazione

La Regione, già nel 2022, si è attivata realizzando una campagna di comunicazione finalizzata ad informare cittadini e operatori sulla malattia, che non si trasmette all’uomo, e sulle misure da
adottare per fermarne la diffusione.  

È stato istituito il numero unico regionale 051 6092124 per raccogliere le segnalazioni di cittadini, in particolare escursionisti, cacciatori, fungaioli e tartufai, e operatori che dovessero imbattersi in resti o carcasse di suini che potrebbero essere stati contagiati.

La campagna ha previsto anche la creazione di una pagina web dedicata sul sito della Regione, che contiene le informazioni di base sulla malattia e le indicazioni per cittadini e operatori per evitare che la malattia si diffonda negli allevamenti. Inoltre, sono stati realizzati un video e una locandina per illustrare ai cittadini le buone pratiche per evitare la trasmissione della malattia e le modalità di segnalazione degli animali morti.

Un’ulteriore sezione dedicata alla PSA è online sul sito regionale “Alimenti e Salute” che contiene informazioni più approfondite su come combattere la diffusione della malattia, i dati nazionali di diffusione e le misure da adottare per proteggere gli allevamenti.

Si è svolta questa mattina, nei locali dell’Ospedale di Comunità di Savignano sul Rubicone, la cerimonia di ringraziamento e consegna della ricca dotazione di ausili che il Lions Club del Rubicone ha donato alla struttura sanitaria, grazie ad una generosa raccolta di fondi appositamente promossa con una cena.

Da oggi, i pazienti e gli utenti dell’OsCo avranno a disposizione, per i propri percorsi di cura e riabilitazione, nuove carrozzine dotate di tavolini, cuscini anti decubito, strutture per facilitare la deambulazione e schienali ortopedici da letto.

Ad accogliere il Presidente e i delegati del Lions Club del Rubicone erano presenti il Direttore del Distretto Forlì- Valle del Rubicone dott. Sintoni, il Direttore delle Cure Primarie di Forli-Cesena dott. De Carolis, il Responsabile infermieristico del Dipartimento di Cure Primarie Forlì-Cesena dott. Senni, il coordinatore Cristian Raggini e la sua equipe infermieristica.

Un sentito ringraziamento a nome di tutta l’Azienda da parte del dott. Sintoni, del dott. De Carolis e dal dott. Senni per questa importante donazione  del Lions Club del Rubicone che permette di svolgere al meglio la riabilitazione dei pazienti in attesa di rientrare al proprio domicilio.

Infine un grande ringraziamento alla dott.ssa Monica Balestri, referente medico della struttura, alla fisioterapista Alessia Fabbri, al Coordinatore infermieristico Cristian Raggini e a tutta la componente infermieristica che lavora con impegno, coesione ed entusiasmo garantendo una elevata qualità dell’assistenza ed una presa in carico volta a consentire dimissioni del paziente in buone condizioni di salute.

Contribuire alla ricerca scientifica con un gesto apparentemente semplice, come una donazione di sangue. IRST "Dino Amadori" IRCCS, AVIS Forlì, AVIS Cesena e l'Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Cesena - Forlì / Officina Trasfusionale AUSL della Romagna, uniscono le forze per promuovere un’iniziativa che, contribuendo concretamente alla ricerca sui tumori rari, darà ulteriore valore alla donazione di sangue ed emocomponenti. In particolare, saranno effettuati specifici prelievi ai donatori volontari AVIS in queste settimane, secondo una ben definita procedura e su base esclusivamente intenzionale, sarà destinato a contribuire allo sviluppo dello studio biologico BioRav promosso da IRST.

In particolare, BioRav nasce con l’obiettivo di raccogliere dati e campioni biologici da persone affette da glioblastoma e tumori rari, candidati per essere arruolati in uno studio clinico che prevede un trattamento a base di cellule dendritiche del paziente stesso da eseguire in IRST IRCCS. Lo scopo di BioRav è quello di identificare ed espandere lo studio di nuovi marcatori biologici, prognostici e predittivi di risposta alla terapia immunitaria. Per meglio comprendere le caratteristiche delle cellule immunitarie nei pazienti oncologici è importante disporre di analoghi campioni biologici sani, in modo da ottenere dei valori di riferimento con cui confrontarli.

La terapia cellulare con cellule dendritiche è un trattamento personalizzato perché costruito con il tumore e le cellule del sistema immunitario del paziente stesso e lo studio BioRav, che affianca gli studi clinici con questo prodotto cellulare, è per noi di fondamentale importanza per ottimizzare e migliorare ulteriormente l’efficacia della terapia. Per questo sono molto grata alle associazioni di donatori AVIS per il supporto che hanno accettato di darci”, puntualizza la dott.ssa Laura Ridolfi, responsabile SC Immunoterapia, Tumori rari e Centro Risorse Biologiche IRST.

In questo è essenziale il supporto delle associazioni di donatori, delle sedi AVIS di Forlì e di Cesena, attivamente in campo per l'arruolamento di volontari sani. "Siamo onorati di contribuire, grazie alla generosità delle donatrici e dei donatori AVIS, allo sviluppo della ricerca per lo studio BioRav - spiegano Gualtiero Giunchi e Roberto Malaguti, rispettivamente presidente di AVIS Cesena e AVIS Forlì -. Essere tra gli attori di un progetto in favore del miglioramento della salute pubblica rafforza l'attività quotidiana di AVIS. Forlì e Cesena hanno scelto di partecipare in maniera congiunta a questa iniziativa, a testimonianza di unione e coesione associativa su valori fondanti, come il contributo al raggiungimento di una sempre più elevata qualità della vita e un rafforzamento dei principi di partecipazione attiva alla vita di comunità della cittadinanza".

"Lo studio ha una durata prevista di 5 anni - spiega la dott.ssa Jenny Bulgarelli, Principal Investigator di BioRav e biotecnologa referente della piattaforma di Immunomonitoraggio clinico e sperimentale IRST -; in questa fase è in programma la raccolta di dati e di campioni da donatori sani, in collaborazione con l’Officina Trasfusionale dell'Ausl della Romagna. Si prevede l'arruolamento di circa 20 donatori, divisi in modo equilibrato tra uomini e donne; in particolare da chi si sottopone a plasmaferesi, una procedura che meglio si abbina alla nostra esigua esigenza di materiale, ovvero due provette da 10 ml di sangue intero. Il campione raccolto dalle sedi AVIS viene inviato al Laboratorio di Pievesestina di Cesena insieme al consenso firmato del donatore e lì sarà anonimizzato così da rendere assolutamente impossibile risalire alla persona. Terminato questo passaggio, i campioni di sangue periferico, arriveranno in IRST, nel laboratorio Immunomonitoraggio clinico e sperimentale per le analisi comparative sulle cellule del sistema immunitario e le vescicole extracellulari circolanti".

“Nella nostra Regione le componenti istituzionali e associativa della rete trasfusionale collaborano e cooperano giornalmente per il raggiungimento di obiettivi di tutela della salute dei cittadini, - aggiunge il dott. Rino Biguzzi, Direttore dell'Immunoematologia e Medicina Trasfusionale Cesena – Forlì / Officina Trasfusionale AUSL della Romagna - garantendo la disponibilità di emocomponenti e medicinali plasmaderivati con uniformi ed elevati livelli di qualità e sicurezza. Anche in questo caso non poteva mancare quindi la disponibilità dell’Officina Trasfusionale a partecipare a questa attività di ricerca, condividendo la scelta culturale di responsabilità sociale e civile che è alla base del sistema trasfusionale. 

Ogni collegamento fra il nome del donatore e il numero della provetta verrà eliminato, al fine di rendere il campione completamente anonimo e non più riconducibile al donatore stesso. Ai donatori verrà fatto firmare il consenso informato dello studio, al quale saranno allegate tutte le informazioni sulle finalità e su come saranno trattati i propri dati sensibili.

Le donazioni di sangue dedicate alla raccolta per lo studio BioRav saranno effettuate nei punti Avis di Forlì e Cesena, sono iniziate martedì 23 aprile e proseguiranno fino al traguardo dei 20 campioni.

A Cesena è entrato in funzione oggi, lunedì 6 maggio, il Centro di Assistenza Urgenza (CAU), la nuova struttura territoriale per dare appropriata risposta ai problemi di salute urgenti e non gravi della popolazione. Si trova al piano terra della Piastra Servizi dell’ospedale Bufalini ed è aperto 7 giorni su 7, per 12 ore dalle ore 8 alle 20, in accesso diretto.

Il CAU di Cesena è il quarto Centro di Assistenza Urgenza presente nel cesenate dopo l’attivazione dei CAU di Cesenatico, Mercato Saraceno e San Piero in Bagno.

La Delibera di Giunta Regionale n. 1206 del 17.07.23, definisce i Centri Assistenza Urgenza - CAU - afferenti alla rete assistenziale delle cure primarie, pur nella loro natura sperimentale, un modello di applicazione del DM77 per gli aspetti relativi alla Continuità Assistenziale previsti nelle Case della Comunità; sono strutture territoriali destinate alla gestione delle urgenze sanitarie a bassa complessità clinico assistenziale che garantiscono, oltre alle prestazioni erogate dalla Continuità Assistenziale, anche alcune prestazioni non complesse attualmente erogate nei Punti di Primo Intervento e/o nei Pronto Soccorso.

I nuovi Centri di assistenza urgenza, nati come potenziamento della medicina territoriale, fanno capo alle Cure Primarie, con medici e infermieri pronti ad accogliere e assistere, in accesso diretto, pazienti con problemi di salute urgenti, episodici a bassa complessità sanitaria.

I CAU operano in integrazione con i medici e pediatri di famiglia e sono progettati per dare risposte in caso di problemi di salute urgenti ma non gravi.

 

Analisi accessi Pronto Soccorso Aziendali codici a bassa complessità

Gli accessi nei Servizi di Pronto Soccorso aziendali dei codici a bassa complessità (Bianchi e Verdi) nel 2022 sono stati il 67% del totale degli accessi di PS (310.874). Tale quota è coerente con l’andamento del quadriennio precedente. Di questi solo il 4,7 % (14.909) hanno esitato in ricovero.

Nel 2023 gli accessi per codice colore Bianco e Verde sono stati 331.506, il 67% del totale degli accessi, mentre quelli esitati in ricovero 15921, il 4,7%.

Per il presidio di Cesena gli accessi nel 2023 sono stati 70677, di cui 43.418 (il 61%) con codice colore Bianco e Verde. Hanno esitato in ricovero solo 3048 casi, pari al 4,3%.

 

Quando rivolgersi al CAU

I CAU garantiscono, oltre alle prestazioni erogate dalla Continuità Assistenziale, anche alcune prestazioni non complesse attualmente erogate nei Punti di Primo Intervento o nei Pronto Soccorso.

La visita e alcuni accertamenti diagnostici sono gratuiti per tutti i cittadini residenti o assistiti della Regione, mentre per tutti gli altri la visita avrà un costo di 20 euro da corrispondere al medico, a fronte di relativa ricevuta. Le ulteriori prestazioni specialistiche, prescritte dal medico del CAU per il completamento diagnostico, sono a carico del paziente con relativo ticket, se dovuto, in base alle esenzioni possedute.

I CAU possono erogare:

- Visita medica

- Certificazioni

- Trattamento farmacologico al bisogno

- Prescrizione di terapia per patologie di nuova insorgenza o terapie essenziali

- Procedure chirurgiche minori (per esempio, suture, medicazioni)

- Prelievo per indagini di laboratorio - POCT

- Indagini strumentali - ECG e Esami Radiologici/ecografici

- Osservazione post-trattamento

- Attivazione di percorsi/prestazioni a completamento dell’iter diagnostico

 

Come funziona l’accesso al CAU

Il paziente che accede al CAU verrà accolto da personale infermieristico formato che procederà alla valutazione del bisogno sanitario espresso. Applicherà i protocolli in uso per l’identificazione del problema principale, avvisando contestualmente il medico CAU, nel caso in cui la rilevazione dei parametri risultasse deviare dalla norma e/o il paziente presentasse dolore toracico, dispnea, forte dolore addominale, cefalea intensa inusuale, disturbo neurologico acuto.

 

In questi casi l’infermiere o il medico del CAU contatteranno la Centrale Operativa 118 per l’attivazione del trasporto in emergenza del paziente in ospedale.

In assenza d’indicatori di criticità si procederà alla valutazione medica utilizzando come criterio di accesso quello di tipo temporale, fermo restando che troveranno priorità i pazienti che presentano particolari fragilità.

Il percorso del paziente può seguire diverse traiettorie:

- dimissione;

- prescrizione di ulteriori accertamenti urgenti con relativa prenotazione;

- invio a Pronto Soccorso Generale /Specialistico per approfondimenti urgenti;

- dimissione con prescrizione di ulteriori accertamenti con richiesta di visita specialistica con modalità di accesso B o D.

 

Gli spazi  

Il CAU di Cesena è situato al piano terra della Piastra Servizi dell’ospedale Bufalini, in Piazzale Giommi 140, con un ingresso riservato, in una area ambulatoriale già esistente che è stata ristrutturata per essere adeguata alle nuove destinazioni e offrire un miglior comfort a pazienti e personale. I nuovi spazi comprendono un’ampia sala di attesa, un locale dedicato all’accoglienza/accettazione, due ambulatori e una sala osservazione. I lavori di riqualificazione hanno previsto alcuni interventi edili ed impiantistici, per un costo di circa 30mila euro (iva esclusa).

I Cau della Romagna   

Salgono così a 11 i nuovi Centri di assistenza e urgenza a oggi sul territorio romagnolo. Il prossimo 20 maggio entrerà poi in funzione il CAU di Bellaria. L’obiettivo di Ausl Romagna è arrivare all’apertura di 21 Cau su tutto il territorio romagnolo entro il 2025.

Gli accessi ai CAU della Romagna ad oggi

Dal 18 dicembre al 5 maggio gli accessi ai Cau attivi in Romagna sono stati complessivamente 33.281 (in particolare 3.007 nell’ultima settimana di rilevazione, dal 28 aprile al 5 maggio): 5.932 a Cattolica; 4.600 a Cervia, 4.791 a Cesenatico, 8.012 al CMP di Ravenna, 1.797 a Mercato Saraceno, 801 a Novafeltria, 412 a Rimini, 569 a San Piero in Bagno, 5.915 a Santarcangelo e 452 a Santa Sofia.

All’ospedale Marconi di Cesenatico cresce e si potenzia l’attività della Medicina Riabilitativa. Ha infatti aperto da poco una nuova palestra per le attività di fisioterapia e rieducazione funzionale.

E’ stata realizzata grazie a un intervento di riqualificazione attuato dall’Azienda USL della Romagna nell’ambito del Piano di ampliamento e riorganizzazione dell’attuale presidio, per incrementare le prestazioni riabilitative ambulatoriali disponibili anche per gli utenti esterni, in particolare per i cittadini residenti nel Distretto Rubicone.

La nuova palestra riabilitativa è situata al piano seminterrato, nei locali dell’ex punto di Distribuzione diretta dei farmaci oggi collocato al piano superiore; occupa una superfice di 45 metri quadrati ed è attigua agli ambulatori di Riabilitazione Robotica, già dotati di una ampia sala di attesa. I lavori di riqualificazione hanno previsto l’adeguamento dell’impianto elettrico, le opere di tinteggiatura e il rifacimento della pavimentazione in materiale vinilico, così da rendere l’ambiente più idoneo alle attività di riabilitazione.

Al Marconi di Cesenatico, che è parte integrante del Presidio Ospedaliero di Cesena, l’attività riabilitativa è svolta dalla Struttura Semplice Dipartimentale di Neuroriabilitazione diretta dal dottor Flores Arlotti, che è afferente al Dipartimento di Neuroscienze e che gestisce il reparto di degenza (con 10 posti letto dedicati alla Riabilitazione Intensiva 10 posti letto dedicati alla Riabilitazione Intensiva ad alta specializzazione per le Gravi Cerebrolesioni Acquisite) e l’attività ambulatoriale del Centro Ambulatoriale di Riabilitazione rivolta ai pazienti in dimissione dal reparto di degenza e quella di Riabilitazione Robotica per gli arti inferiori e superiori.

Nella stessa sede di Cesenatico è poi attivo anche il Presidio Ambulatoriale di Riabilitazione che in collaborazione con l’Unità Operativa di Medicina Riabilitativa di Cesena, diretta dal dottor Pietro Fornasari, eroga prestazioni riabilitative a pazienti con menomazioni e/o disabilità acute o croniche a minore complessità di intervento.

La realizzazione della nuova palestra riabilitativa rappresenta un tassello del più ampio Progetto di ampliamento e riqualificazione del presidio che prevede la riorganizzazione di alcuni servizi già esistenti all’interno della struttura e la costruzione di un nuovo edificio, adiacente a quello esistente, dove troveranno collocazione un ospedale di comunità da 20 posti letto, l’area dei servizi pediatrici, il consultorio famigliare, i servizi sociali, i servizi socio-sanitari per l’accesso alle prestazioni collegate all’area della non autosufficienza (minori, anziani e disabili) e i servizi per la salute mentale e la neuropsichiatria infantile. L’intervento rappresenta, nel suo complesso, un potenziamento ed un ampliamento dei servizi rivolti alla comunità cesenaticense e un passo importante verso l'evoluzione di un modello organizzativo che mira alla piena integrazione tra l'Ospedale e il territorio.

Prossimi step del progetto, l’installazione di una Tc per la Radiologia e l’attivazione della Centrale Operativa Territoriale (COT) entro il mese di giugno, nonché l’entrata in funzione di ulteriori prestazioni ambulatoriali di Area Medica e di Terapia del dolore.

Il fumo di sigaretta, la sedentarietà, le abitudini alimentari scorrette e il consumo di alcol in eccesso sono fattori che influiscono sul rischio di sviluppare malattie croniche e di avere un decorso di malattia gravato da complicanze e diversi studi hanno evidenziato come agire su questi fattori sia fondamentale per incidere in maniera positiva sulla riduzione dell’insorgenza delle malattie croniche.

Promuovere l’adozione di sani stili di vita è sempre di più parte degli obiettivi del Servizio sanitario e l’offerta strutturata di opportunità per la promozione del cambiamento di stili di vita a rischio parte dei servizi offerti dalle Aziende sanitarie.

Dai dati del Sistema di Sorveglianza PASSI (Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) sulle abitudini e gli stili di vita delle persone tra i 18 e i 69 anni, emerge che in Romagna 1 persona su 2 non fa sufficiente attività fisica, 1 persona su 4 fuma e più di 1 persona su 3 è in eccesso ponderale.

 

Per supportare le persone nel cambiamento di comportamenti pericolosi per la salute e promuovere la diffusione di stili di vita salutari in Ausl Romagna il Dipartimento di Sanità Pubblica, in collaborazione con il Dipartimento Cure Primarie, i Distretti e alcuni servizi specialistici, garantisce un’offerta diffusa di opportunità nelle Case della Comunità del territorio romagnolo. Gli elementi che accomunano tutte le proposte messe in campo sono: la presenza di professionisti qualificati dell’Ausl Romagna, la proposta di percorsi di gruppo con una forte connotazione esperienziale, la capillarità dell’offerta nelle Case della Comunità e la gratuità della prestazione.

Già dal 2023 il Dipartimento di Sanità Pubblica ha attivato iniziative in tutti gli ambiti provinciali, prevedendo interventi rivolti a tutta la popolazione, a persone inserite in percorsi di presa in carico per patologia cronica e a gruppi di popolazione portatori di bisogni speciali. A queste attività si affiancano iniziative di formazione di cittadini competenti capaci di portare messaggi e opportunità di salute nei propri contesti di vita.

 

EDUCAZIONE PER UNA SANA ALIMENTAZIONE

Per conoscere i principi di una sana alimentazione (carrello della salute, occhio all’etichetta) e per adottare uno stile di vita attivo (un passo alla volta) già dal 2023 sono stati realizzati 60 incontri nelle Case della Comunità che hanno raggiunto circa 1500 persone. Questi incontri continuano nel 2024 soprattutto per le persone con alcune patologie croniche o condizioni di rischio, per le quali è attiva un’offerta dedicata a cui è possibile accedere attraverso l’invio del proprio curante o degli operatori sanitari di riferimento. In particolare sono attivi in ogni ambito territoriale percorsi di gruppo per persone con obesità e per persone con diabete nell’ambito dei PPDTA aziendali (Percorsi preventivo diagnostico terapeutici assistenziali).

 La collaborazione di cittadini competenti è molto importante per promuovere una cultura diffusa della salute. Anche per l’alimentazione è possibile cimentarsi e diventare EduChef, ovvero divulgatori di ricette salutari nei propri contesti sociali e di vita. Nel 2024 partiranno corsi di formazione per Educhef in ogni ambito provinciale. Gli aspiranti formatori potranno partecipare a laboratori di cucina in cui metteranno le mani in pasta per apprendere ricette e consigli pratici per garantire gusto e salute in ogni piatto.

I laboratori di cucina sono un altro prezioso percorso a supporto del cambiamento, capace di unire la teoria e la pratica in un contesto di gruppo.

Nel 2024 verranno offerti almeno 30 laboratori di cucina, incontri in cui uno Chef e un Dietista accompagnano i partecipanti a scoprire e sperimentare ricette salutari e gustose da inserire nei propri menù

 

DISASSUEFAZIONE DA FUMO

L’offerta di corsi per smettere di fumare è un’attività consolidata del nostro territorio. Il servizio di Igiene e sanità pubblica per la Provincia di Ravenna e i SerD per la provincia di Forlì-Cesena e Rimini, in collaborazione con i Dipartimenti cure primarie concorrono a garantire la promozione della presa in carico del fumatore che desidera smettere. L’elenco dei centri antifumo e i loro riferimenti sono disponibili sul sito www.mappadellasalute.it, risorsa della Regione Emilia-Romagna in cui è possibile trovare le opportunità che il territorio offre per adottare uno stile di vita salutare.

ATTIVITA’ FISICA E CONTRASTO ALLA SEDENTARIETA’

Tra le risorse presenti sulla Mappa della Salute vi sono anche i 61 gruppi di cammino, attivi in Romagna, aggregazioni informali di cittadini che si incontrano per camminare insieme. Questa opportunità per mantenersi attivi e socializzare è una risorsa preziosa ed economica per le persone che vogliono mantenersi attivi e in salute.

Per garantire un’offerta capillare e diversificata, il Dipartimento di Sanità Pubblica offre corsi per la formazione di walking leader, conduttori di gruppi di cammino.

Nel 2023 sono già stati formati 187 aspiranti walking leader in Romagna e il 2024 si è aperto con una ottima risposta a questa proposta. I walking leader formati saranno seguiti dagli operatori del Dipartimento di Sanità Pubblica per l’avvio dei gruppi e con formazioni di secondo livello.

Per rimanere aggiornati sulle iniziative in programma e avere informazioni sui percorsi dedicati al diabete e all’obesità, conoscere la Casa della comunità più vicina in cui sono attivi, è possibile consultare il sito auslromagna.it o contattare gli operatori del Dipartimento di Sanità Pubblica ai seguenti riferimenti

Cesena promosalute.ce@auslromagna.it tel. 3381046285

Forlì promosalute.fo@auslromagna.it tel.3311371209

Ravenna promosalute.ra@auslromagna.it  tel.3346705941

Rimini   promosalute.rn@auslromagna.it  tel. 3343429196

 

Consulta tutte le iniziative di promozione alla salute in programma

 

 

 

Il 24 aprile si terrà la terza Giornata Europea degli Ormoni voluta dalla Società Europea di Endocrinologia (ESE), dalla Società Italiana di Endocrinologia  (SIE), dall’Associazione Medici Endocrinologi (AME) e altre società partner, per promuovere l’interesse verso le patologie endocrine e  riconoscere il ruolo degli ormoni nella salute e nel benessere psicofisico. Ecco le dieci raccomandazioni per la buona salute ormonale.

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