Forlì - Nuovo Ospedale della Casa di Dio per gli Infermi (1722 - 1922)
Nella Forlì del XIV secolo, uno dei più importanti luoghi di assistenza della città era l’hospitale Domus Dei, chiamato anche Hospitale della Ca’ di Dio che, al termine del processo di unificazione con gli istituti minori (1541), trasformò la sua denominazione in “Spedale Maggiore”.
Nel primo decennio del Settecento, grazie a vari lasciti testamentari fu possibile costruire un nuovo Ospedale, più funzionale, su progetto dell’Arch. Giuseppe Merenda.
Del progetto originario della Nuova Casa di Dio ci resta un modello in noce, molto dettagliato: l’edificio, apribile a metà, ci permette di comprendere la gestione degli spazi dedicati all’assistenza dei malati.
Scomparso Giuseppe Merenda, nel 1767, i Curatori dell’Ospedale scelsero per la realizzazione dell’atrio un progetto in cui prevalevano naturalezza e comodità. Il progetto fu proposto, nel 1778, da Raimondo Compagnini, allievo dei Bibiena.
La facciata dell’edificio, frutto di un importante lascito, manifesta la mentalità del tempo, dove lo spirito di misericordia conviveva con l’esigenza di legare il proprio nome a memoria imperpetua: Domenico Matteucci, nominato per censo “conte palatino” da papa Leone XII nel 1824, decise di lasciare nel 1826 un segno tangibile della propria ricchezza, dando l’impulso alla realizzazione della nuova facciata disegnata da Giuseppe Pani. Il Matteucci dedicò la facciata a Sua Eccellenza Reverendissima monsignor Filippo De Angelis, vescovo visitatore apostolico.
Come spesso accade la fabbrica non rispondeva alle esigenze della popolazione crescente. Il grande lascito del conte Domenico Gaddi, avvenuto nel 1846, diede la possibilità di commissionare all’Ing. Giuseppe Cantoni l’ampliamento e adeguamento dell’ospedale. Purtroppo, i lavori non risolsero i gravissimi inconvenienti che furono evidenziati dalle diverse “Relazioni” che richiedevano a gran voce la necessità di “riformare l’Ospedale”.
Nel 1904 la Congregazione di Carità pubblicò un progetto finanziario concreto per la costruzione di un nuovo Ospedale da dedicare ad Aurelio Saffi.
Il palazzo è tuttora visibile in corso della Repubblica 72.
Curiosità:
La Nuova casa di Dio era stata concepita nella sua fondazione come il più grande edificio del genere dell’intera Romagna: la vicina Faenza costruirà l’Ospedale degli Infermi tra il 1752-1763.
Bibliografia:
Sonia Muzzarelli, La Cura attraverso l’Arte: piccole guide di storia e opere del patrimonio artistico della Romagna, Ausl della Romagna, centro stampa di Cesena, dicembre 2020
Sonia Muzzarelli, La Cura attraverso l’Arte: Il Patrimonio Culturale dell’AUSL della Romagna, Ausl della Romagna, centro stampa di Cesena, 2024
Per informazioni e prenotazione visita guidata inviare una e-mail a: patrimoniostoricoeartistico@auslromagna.it
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