Dall’analisi della produzione aziendale di rifiuti speciali salta agli occhi l’ovvio aumento nel periodo covid di circa 40% e questo ce lo potevamo aspettare. Quello che lascia riflettere e come questo valore non sia più tornato ai valori pre-covid, nonostante l’emergenza (e lo diciamo sempre non senza una certa scaramanzia) ce la siamo lasciata alle spalle. Le abitudini di utilizzo di dispositivi monouso si sono consolidate e sono dure a morire, ma a questo punto dobbiamo chiederci se sbagliavamo prima o se… sono cattive abitudini che dovremmo impegnarci ad abbandonare una volta per tutte.

Vediamo in questo studio in particolare il consumo di arcelle e bacinelle nel corso degli anni 2019-2023 nella seguente tabella:

 

2019

2020

2021

2022

2023

Arcelle

1.235.319

1.510.720

1.748.321

1.671.222

1.674.523

Bacinelle

685.100

632.900

667.100

717.700

741.900

Quindi, nel 2023 rispetto al 2019, abbiamo un aumento strutturale del 35% di arcelle e dell’8% di bacinelle monouso, l’introduzione dell’opzione riutilizzabile non ha evidentemente sortito alcun effetto.

Considerando il peso degli articoli e il costo, stiamo parlando complessivamente di 71 tonn di materiale che va ad essere incenerito come rifiuto speciale (ribadisco senza contare il peso dello “sporco” che si trascina inevitabilmente dietro) e una spesa di 282.056€, alla quale dobbiamo quindi aggiungere la spesa di conferimento del rifiuto e, considerando il solo pulito abbiamo altri 106.000€ circa che si vanno ad aggiungere al costo di acquisto. Suonano come un “costo nascosto” perché percentualmente stiamo parlando del 62% in più rispetto a quanto uno sente di stare pagando all'acquisto.

Se solo riuscissimo a tornare ai consumi del 2019, significherebbe una riduzione di 14 tonn di materiale incenerito. Ma resta da chiedersi se effettivamente il consumo del 2019 era tutto necessario. Quando si parla di monouso, c’è da chiederselo sempre, e da preferirlo al pluriuso solo laddove sia strettamente necessario.

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